Alla fine Aprile e ai primi di Maggio, ogni giorno vi parlavamo del freddo fuori stagione, della neve che veniva sino a quote insolite. E se nel Nord Italia furono riaccesi i termosifoni, nelle vallate dell’Italia centrale le gelate tardive danneggiarono migliaia di ettari di colture. E dopo il gelo venne anche a macchia di leopardo la grandine che seminò danni in agricoltura.
L’agricoltura è dimenticata, neppure la immaginiamo più. C’è un totale disinteresse per questo comparto produttivo del nostro Paese, che è da irresponsabili. Eppure amiamo fare la spesa a km 0, come se i frutti della terra venissero fuori dal suolo per magia. Eppure patiscono ben più di quanto si possa immaginare dei cambiamenti climatici.
E mentre al nord faceva ancora freddo del Nord, una fugace repentina onda di calore interessò il Sud Italia con punte di 38°C in Sicilia, dove il Ghibli quest’anno ha velato di pulviscolo varie volte ogni cosa.
Ma si sa, la calura in Sicilia e nel Sud Italia fa notizia quando si segnano 45°C, perché vi è convinzione diffusa che 40°C siano un fenomeno meteo normale.
Or ora rimbalzano le rimbalzano le notizie dall’estero, dove si stanno verificando ondate di calore inusuali e temporali devastanti (*“Grandine grossa 10 come arance in Europa centrale. Vento forte come un uragano a Mosca con numerose vittime e feriti”.*).
Verrebbe spontaneo domandare dove è finita la Primavera, perché quest’anno proprio non si è vista, e già siamo stato senza normali Autunno e Inverno. Insomma, si sussegue una serie di anomalie climatiche che stanno definendo il nuovo clima, nuove medie di riferimento. Il clima del passato è da archiviare.
Ora siamo al caldo, nonostante ci fossero premesse di un clima meno ostile, più normale. E la domanda che rimbalza è come sarà il resto dell’Estate.
Vari Centri Meteo, anche italiani, sostengono che avremo una calda estate con micro onde di calore intervallate da periodi con temperature superiori a quelli di riferimento. Ma quale è l’affidabilità reale delle previsioni stagionali. Ci sono dei benchmark che indicano l’affidabilità? Li abbiamo cercati, ma non li abbiamo reperiti.
Di certo possiamo sostenere che “dal tempo che fa” non si fanno previsioni meteo. A nulla servono le stazioni meteo installate da alcuni comuni a vocazione turistica per avere previsioni più affidabili da tali strumenti. Ciò sottolinea la non cultura meteo italiana.
Le previsioni meteo si ottengono con l’ausilio dei modelli matematici, e una buona previsione meteo giunge sino ad un massimo di 7 giorni di validità circa, ma a volte anche meno di 24 ore quando è più piccola l’area geografica a cui è riferito il bollettino meteo. Ciò non vuol dire che non abbiano utilità i bollettini automatici che sono disponibili per ogni località del Pianeta. Questi hanno un enorme valore, ma non è opportuno programmare attività, specie rilevanti, dalla loro consultazione.
Il trend meteo climatico vacilla in affidabilità quando si va sino a 15 giorni, mentre ogni previsione a più lungo termine, quindi le previsioni stagionali, sono utili esclusivamente per scopi didattici e sperimentali.
In passato abbiamo avuto frequenti inizi di stagione molto caldi, ma poi il seguito è stato quasi nella media degli ultimi tempi, e persino con eccessi di maltempo come fu l’Estate 2014.
Ai primi di giugno del 2014, un potente anticiclone africano determinò un’ondata di calore di oltre una settimana su buona parte d’Italia.
In Francia, Germania e Nord Italia si ebbero temperature ed afa insostenibili, poi di botto, quello che pareva un fugace cambiamento meteo, fu il preludio di un cambiamento di rotta del clima di quella stagione che divenne tra le più piovose del trentennio.