La capitale d’Italia e in tutto l’hinterland metropolitano stanno per finire l’acqua, o meglio, saranno soggette a restrizioni idriche di ignota grandezza.
La notizia è apparsa sabato in tutti i giornali a seguito delle affermazioni del Governatore della Regione Zingaretti.
I problemi derivano dalla siccità estrema che tormenta l’Italia, e che si appesantirà a seguito delle ondate di caldo a catena che si stanno verificando. Le cause delle siccità potrebbero essere attribuite in parte ai cambiamenti climatiche che generano condizioni meteo estreme, in parte al Global Warming.
Non solo Roma, ma anche l’ambiente naturale è messo a dura prova dalla siccità, e dalla gestione delle acque.
La scarsa disponibilità d’acqua non è un problema solo romano, ma è diffuso a tante realtà italiane e anche all’estero. Ma Roma è la Capitale d’Italia.
La siccità è aggravata da caldo esagerato. Quando lo rimarchiamo in ogni modo non è per strillare chissà che notizia, bensì perché la condizione è seria ben più di quanto sia stato ad ora considerato.
Un secolo fa, un evento meteorologico come questo sarebbe stato chiamato carestia, ci sarebbero stati molti morti di fame, malattie. Ora la si chiama siccità, ma quanto avviene a Roma sottolinea la fragilità di equilibrio della società moderna in ambito di prevenzione.
La prevenzione è un termine che usiamo spesso in meteorologia quando ci sono condizioni meteo estreme, la usiamo anche per danno causati dai terremoti in Italia, eccessivi rispetto ad altri Paesi.
La prevenzione è indispensabile per la conservazione delle società moderne, equivale alla lotta per la sopravvivenza che svolsero i nostri avi alle avversità del clima e ad ogni altro disastro della lunga storia della Civiltà umana.