Riprendiamo l’argomento, un argomento trattato dettagliatamente le scorse settimane ma giunto ultimamente a uno snodo cruciale. Da qui in poi dipenderanno le sorti meteo-climatiche dell’Inverno.
Partiamo da ciò che sappiamo: il Vortice Polare è debole ed è sotto attacco. Prosegue, indiavolata, l’azione di disturbo dell’Anticiclone Pacifico. In che modo? Pilotando aria calda verso il Polo, laddove dovrebbe stazionare il Vortice. Perché dovrebbe? Semplice, perché i flussi di calore lo costringono a modificare la propria struttura e a spostarsi verso l’Euroasia.
Fin qui le certezze. Ora arriviamo al frutto della discordia… i due principali modelli matematici di previsione, l’americano GFS e l’europeo ECMWF, hanno visioni diverse. O meglio, l’europeo – con le sue due emissioni giornaliere – sembra molto più stabile e sembra orientato con decisione allo Slpit del Vortice Polare. Che vuol dire? Che le correnti zonali verrebbero sostituiti da correnti antizionali a tutte le quote e che il gelo piomberebbe in Europa a più riprese. Coinvolgendo probabilmente anche l’Italia (con effetti poi da valutare).
L’americano vede tale dinamica a fasi alterne. L’americano, a tratti, vede una dinamica detta “displacement”, ovvero spostamento del vortice dalla propria sede ma capace di reagire con foga riposizionandosi al Polo e acquistando forza. Se così fosse difficilmente si avrebbero occasioni propizie per irruzioni fredde.
Cosa pensiamo? A nostro avviso si potrebbe procedere in direzione Split, con una prima irruzione fredda da est subito dopo Capodanno e un vero e proprio sconvolgimento invernale verso metà gennaio. Sbaglieremo? Se sbaglieremo saremo pronti a rivedere la nostra posizione orientandoci verso l’altra dinamica.