GEOLOGIA. Il Vulcano Anak Krakatoa, letteralmente conosciuto come “il Figlio del Krakatoa”, è nato dopo la terribile eruzione del 1883. Con gli anni è riuscito pian pianino a formare un’Isola della ragguardevole altezza di 340 metri con gli accumuli di lava, ceneri e detriti.
Quest’isola ha addirittura sviluppato una propria flora e fauna, con diversi tipi di alberi e di animali.
Ma questo “paradiso” in mezzo al mare non è durato per molto tempo: la catastrofica eruzione dei giorni passati ha cancellato, di colpo, ben 230 metri di altezza del cono vulcanico, con una stima di volume perso di 150-170 milioni di metri cubi di roccia.
Questi nuovi dati sono stati calcolati con l’aiuto dei dati satellitari dopo che finalmente le nubi dell’eruzione si sono, almeno in parte, diradate.
La nuova stima sorprendente fa sì che questa eruzione sia innalzata almeno ad un VEI 4 nella scala dell’esplosività vulcanica, con emissione sicura di almeno una parte di queste polveri in Stratosfera.
Queste eruzioni avvengono in media una volta all’anno e gli effetti climatici però sono minimi, dato che l’immissione di polveri in atmosfera è piuttosto modesta.
Sono stati massimi invece gli effetti sulla popolazione delle Isole vicine, dato che la catastrofe ha causato onde di tsunami alte oltre 5 metri, con 400 morti e 40.000 persone evacuate per il rischio di nuove esplosioni e relativi maremoti.
Purtroppo già 6 anni fa era stato elaborato dagli scienziati un modello del vulcano che prevedeva come possibile una catastrofe simile a questa da parte dell’Anak Krakatoa, ma è stato fatto poco in sistemi di prevenzione e di allarme per i maremoti.