Le linee di tendenza dei modelli matematici di previsione meteo continuano a prospettare scenari di acuto inverno in Europa. Si tratta di proiezioni da confermare, che vedrebbero nel periodo dopo il 5-8 dicembre irruzioni di aria fredda provenienti da nord, associate a profonde aree di bassa pressione foriere di maltempo.
Dicembre è un mese invernale, simili evoluzioni meteo non dovrebbero destare meraviglia, in quanto in questo periodo dell’anno non sono inusuali forti scambi di masse d’aria tra nord e sud e viceversa.
Di certo appare abbastanza insolito, se confrontato con gli scorsi anni, ciò che viene prospettato dei supercalcolatori, dato che eravamo abituati a questa parte dell’anno piuttosto asciutta. Un aspetto non trascurabile, però dovrà esser considerato, che è quello della temperatura media planetaria che è in aumento, quindi a parità di correnti atmosferiche osservate nel passato, potremmo avere temperature, specie in Italia lievemente superiori.
Il focus in questa fase sembra essere se cadrà la neve in Valle Padana oppure no. Accurate previsioni meteo a lungo termine, sempre da confermare, indicano che la temperatura scenderà sensibilmente, ma che non ci saranno nevicate in Val Padana sino al periodo dell’Immacolata. Questo appare altamente probabile, mentre più avanti, masse d’aria ancor più fredda, potrebbero portare un abbassamento della temperatura con precipitazioni, e stavolta si potrebbero avere nevicate a quote decisamente molto basse, e forse anche in Valle Padana.
In Val Padana la neve di solito arriva vari giorno dopo un’irruzione d’aria fredda (con perturbazioni da ovest e sud ovest), non contestualmente all’evento, a meno che questa non giunga da est, attraversando tutta la Valle Padana, mentre è assai raro avere neve con venti da nord discendenti dalle Alpi. In tale circostanza prevale un aumento della temperatura per compressione dell’aria, con la cessazione delle precipitazioni, e quindi il Favonio.
Comunque l’evoluzione meteo è abbastanza complessa, di sicuro potrebbe esserci un raffreddamento sia stagionale, che è anche conseguente a un cambio di circolazione atmosferica, che vedrebbe comunque sempre protagonista impulsi di aria fredda proveniente dall’Oceano Atlantico, che determinerebbero sovente altre precipitazioni.
Ma la neve avrebbe consistenti possibilità di cadere in Appennino ed i rilievi delle Isole Maggiori, qui non ci sono barriere montuose ad ostacolare l’espandersi del freddo, semmai di freddo solitamente ne giunge meno che al Nord Italia.
Il cambio di stagione verso l’inverno appare tangibile, che se ne dica dell’affidabilità di previsioni a lungo termine.
L’inverno potrebbe giungere piuttosto irruento, improvviso sul nostro Paese, queste sono le proiezioni a lungo termine di cui attendiamo di avere conferma nei prossimi giorni.
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