Il titolo che abbiamo scelto e ispirato sul cambiamento climatico che stiamo subendo, e abbiamo rimarcato l’eccesso di condizioni meteo estreme che si stanno ripetendo ormai con costante e incredibile frequenza sull’Italia, dove quasi ogni peggioramento del tempo è accompagnato da allerte meteo diffuse dagli organi ufficiali.
Qua e là si fa polemica per le allerte meteo che determinano la chiusura di scuole, eccetera, tuttavia non tiene conto che l’eccesso di intensità dei fenomeni atmosferici legalizza l’emissione di simili ordinanze. Sarà pur vero che alcune città funzionano anche se nevica, ma in altre località gli eventi atmosferici possono assumere intensità talmente ragguardevole, d’essere causa di danni non solo alle cose, ma alle persone, come abbiamo potuto leggere più volte dalle cronache.
Sono condizioni meteo nuove, che necessitano di parecchio tempo per allestire una efficace prevenzione. Ad esempio, il vento medio e massimo di Roma, Napoli, Firenze, Palermo e Cagliari non è quello che si misura con maggiore frequenza a Parigi. Ebbene, aree di bassa pressione intense come quelle che interessano le regioni atlantiche europee, ormai raggiungono con una frequenza mai registrata in passato, anche l’Italia.
La cautela, la prevenzione non è mai eccessiva, di certo andrebbe supportata da esperti nel campo meteorologico disponibili soprattutto nei maggiori centri urbani italiani. Ma per ora gran parte della responsabilità ricade sui sindaci. Di recente c’è stata una protesta dei sindaci della Sardegna, i quali si sentono da soli in scelte che sono indirizzate a proteggere la popolazione dalle condizioni meteo estreme.
Di certo rispetto ad alcuni anni fa, la prevenzione meteo ha consentito una sensibile riduzione di vittime e feriti durante l’evolversi di fenomeni atmosferici violenti. Tuttavia, gli eventi meteo estremi, su scala locale non sono facilmente prevedibili, questi si verificano quasi casualmente.
Rispetto 10 anni fa sono aumentati i fenomeni meteo estremi, e possiamo documentare un aumento delle perturbazioni violente, sovente associate ad aree di bassa pressione che una volta giunte nel Mar Mediterraneo, aumentano sensibilmente la loro forza.
Così è avvenuto con l’ultima area di bassa pressione transitata nella giornata di ieri, la quale può essere definita ciclone dalle caratteristiche esplosive, in quanto si è approfondito di oltre 20 hPa in un periodo inferiore alle 24 ore.
Queste aree di bassa pressione sono sovente accompagnate da fortissimi venti, la cui intensità localmente può anche essere prevedibile, e causare danni alle cose e alla vegetazione, quindi costituire pericolo per la popolazione, in specie sulle strade urbane e destra urbane, nei centri abitati.
Gli alberi, in particolare possono essere abbattuti dalle violente raffiche di vento ben più facilmente che in passato, in quanto l’intensità delle tempeste è maggiore ma soprattutto più frequente.
Dalla fine dell’estate svariati aree di bassa pressione, ovvero aree cicloniche, in poche ore hanno perso oltre 20 hPa. Uno di questi ha causato la grossa alluvione a Venezia, generata da un eccezionale acqua alta derivante anche dal vento di tempesta che soffiava nell’alto Adriatico.
Ma di esempi sul tempo estremo ne possiamo fare parecchi. È necessario avere la consapevolezza comune che i fenomeni atmosferici sono più intensi rispetto al passato. Di certo anche in precedenza avvenivano tempeste di vento, alluvioni, grosse nevicate, ma nei tempi recenti gli scienziati hanno osservato un aumento di frequenza di questi fenomeni, oltre che su scala generale, un incremento della loro intensità.
Non dobbiamo allarmarci e scatenare il panico, sarebbe utile essere consapevoli che le condizioni meteo climatiche sono cambiate.
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