Ed ecco che l’Italia è di nuovo, ma non è neppure una novità, sotto l’ennesima condizione meteo particolarmente avversa, stavolta causata dal transito di una terza area ciclonica in pochi giorni, associata ad una forte perturbazione atmosferica.
Il minimo di pressione ha raggiunto circa 980 hPa che è decisamente insolito per le nostre zone. Queste possono essere definite tipiche tempeste che si verificano nell’Europa centrale, e che per svariati decenni molto raramente raggiungevano il Mar Mediterraneo e l’Italia, mentre da circa due anni osserviamo il ripetersi continuo di depressioni così profonde.
Ciò evidenzia una fluttuazione climatica verso fenomeni meteo più intensi, tantoché anche stavolta il maltempo ha causato vittime, nonostante le allerte meteo diffuse con ampio preavviso dagli enti preposti.
E’ giunto il momento di tener conto che il clima è cambiato, probabilmente servirà modificare alcune leggi che regolano le conseguenze delle allerte meteo, e consentire chi deve andare al lavoro di restare in casa per evitare di essere travolto dal maltempo.
Chiudere scuole per maltempo è un primo passo, ma milioni di italiani si mettono in moto anche sotto le condizioni meteo più avverse, le burrasche, transitano su strade a rischio frana, esondazione di fiumi. Forse servirebbe, come abbiamo detto, una maggior tutela nei confronti del cittadino, perché il clima è divenuto più ostile rispetto al passato.
Poi saranno di certo opportune tutte quelle iniziative finalizzate a ridurre l’emissione di gas serra, l’inquinamento e tutto ciò che altera l’habitat naturale. Noi siamo solo ospiti di questo pianeta e non proprietari.
L’Italia è in prima fila nel maltempo, lo stiamo vedendo, già in mass-media evidenziano le avversità meteo, e stavolta non esagerano proprio.
Soffiano venti di tempesta ben più spesso che in passato, di certo non ne maggiori centri urbani, anche se in questi apprendiamo ci sono state anche vittime causate dalla caduta di alberi, come il caso di Napoli, il vento soffia con maggior vigore in alcuni tratti stradali in alcune aree esposte, laddove magari non ci sono stazioni meteo di rilevamento e solo i modelli matematici ne stimano l’intensità massima. Parliamo di raffiche di vento a 150 km/h ed oltre, vento così violento che crea problemi seri anche alla navigazione di grossi mercantili e navi.
Tuttavia, le condizioni meteo sono queste e nessuno può cambiarle nel breve medio e lungo termine, siamo noi a doverci adeguare a questi cambiamenti atmosferici.