La Sicilia orientale è un’area densamente abitata. La natura dei suoli ha una recente origine tettonica le cui tracce ad oggi più note e sopratutto visibili, sono quelle del vulcano più alto d’Europa: l’Etna. Eppure, in tal territorio ci sono delle “bombe telluriche” che prima o poi potrebbero scatenare un disastro.
Vi parliamo di potenziali scosse sismiche mai avvenute in epoca recente in Italia. Per fare un esempio: il terremoto di magnitudo 7.5 colpì il sud della California nel 1812 fu un disastro assoluto. Il disastroso terremoto di Messina e Reggio Calabria, seguito da un devastante terremoto del 28 dicembre 1908, ebbe una potenza stimata in 7.1/7.2 come magnitudo.
Nella parte orientale della Sicilia vi sono diverse faglie, ma quella più rilevante è quella Ibleo-Maltese, la quale ha un ipotizzabile potenziale sismico che è tra i maggiori d’Europa con Magnitudo 8, come ampiamente documento di INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Un terremoto di tale importanza sarebbe devastante, distruttivo, con danni importanti anche in edifici antisismici. In Italia dal 1900 a oggi si sono verificati circa 15 terremoti con magnitudo superiore a 6.0. I maggiori restano quelli di inizio Novecento in Calabria (1905, magnitudo 7.2) e Reggio Calabria e Messina (1908, magnitudo 7), seguiti dal terremoto dell’Irpinia del 1980 (magnitudo 6.9). Tra quelli recenti il più intenso è stato quello del 30 ottobre 2016 vicino a Norcia, con una magnitudo di 6.6.
Un terremoto di magnitudo 8 sarebbe una catastrofe, specie in un’area non pronta a sismi così violenti come ad esempio lo è il Giappone, dove la scossa terribile di Magnitudo 9.0 avvenuta in mare l’11 marzo 2011 è stata causa di un potente tsunami, oltre che di danni ingenti fin sino alle porte di Tokyo.
Il Giappone è il Paese al Mondo che è prima fila con i maggiori terremoti, ed è il più all’avanguardia nell’affrontare un pericolo ricorrente. Nell’ultimo secolo, da loro i sismi superiori la magnitudo 6.0 sono stati numerosi. In quella popolatissima terra, i sismi sono tra i più potenti al Mondo, e nella storia hanno causato molte migliaia di vittime. E parecchi terremoti, data la loro intensità, hanno generato anche tsunami. Gli interventi antisismici hanno il loro effetto, avrete visto i grattacieli oscillare paurosamente, ma rimanere in piedi con sismi che in Italia hanno distrutto interi paesi.
Nel 2011, il famoso terremoto di Magnitudo 9.0, fu con epicentro in mare, generò un maremoto con onde alte sino a 40 metri. I danni furono enormi, con anche il coinvolgimento di una centrale nucleare. Si contarono 15.894 vittime, 5.314 feriti, ma con un elevato numero di dispersi: 4.647.
Ma in Italia, la Sicilia orientale, l’area della provincia di Ragusa sino ad Augusta e Siracusa, sono influenzati dai movimenti della faglia ibleo maltese.
Tra il 9 e 11 Gennaio del 1693 si ebbero due potentissime scosse di terremoto che furono talmente intense da devastare l’intera Sicilia sud-orientale. Furono rasi al suolo molti centri abitati e i danni si estero sino a Palermo, a Catania, alla Calabria meridionale e persino a Malta.
Di terremoti devastanti se ne ebbero nel 1169, il 1542, mentre quello citato del 1693, la scossa fu avvertita sino in Tunisia. Fonti storiche testimoniano che entrambe le scosse sismiche furono accompagnate da tsunami che investirono la costa della Sicilia orientale. I terremoti del 1169 e 1693 hanno sprigionato energia stimata sino a circa 7.7 di Magnitudo (fonte INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
La faglia ibleo maltese, secondo studi INGV, ha generato terremoti di tale forza con tempi di ritorno di sismi di tale intensità sarebbero di 866 anni, mentre di scosse non trascurabili di appena sopra i 5 di Magnitudo circa, ed anche meno di 300 anni. L’area ha un potenziale di sismicità di Magnitudo 8. Vuol dire che sono necessari interventi strutturali imponenti per prevenire disastri. Purtroppo i terremoti non si possono prevedere, e l’unica difesa è combatterli con la prevenzione.
Uno dei più recenti sismi della zona è stato quello del 13 Dicembre del 1990 (magnitudo 5.6) che provocò 17 morti ed oltre 15.000 senza tetto. Tutto sommato, un terremoto di minima rilevanza per quell’area.
Nella storia recedente d’Italia, da noi i terremoti sopra i 6 di Magnitudo provocano danni ingenti, e anche numerose vittime. I territori vengono segnati per circa un decennio, se non oltre da tali catastrofi. Si veda l’Aquila e tutta l’area tra Norcia e i Sibillini, ad oggi con pesanti ferite (Fonte www.meteogiornale.it).
Come abbiamo riportato, in Italia sono presenti altri pericoli ben nascosti, pensate, anche un SUPER VULCANO**.